La terapia per la laringite sembra dare beneficio, anche se Giulia nei giorni seguenti all’episodio di laringospasmo, oltre alla febbre, non ha manifestato sintomi. Finalmente giovedì 3 febbraio la febbre non si presenta quindi mamma e babbo sono sollevati e speranzosi nella guarigione completa.
Il 4 febbraio Giulia viene visitata dal pediatra temporaneo, Dott. P. (che sostituisce la pediatra di ruolo, Dott. S.), per il controllo dell’apparato respiratorio dopo il ricovero al pronto soccorso dei giorni precedenti. L’esito della visita rassicura i genitori che sperano nell’inizio di un periodo meno complicato.
Nella serata di sabato 5 febbraio, però, Giulia ha di nuovo la febbre, ma con una somministrazione di Tachipirina, il sintomo scompare, poi nel pomeriggio di domenica 6 febbraio Giulia presenta improvvisamente una febbre oltre i 40 gradi; le viene data subito della Tachipirina, ma dopo più di un’ora la temperatura è scesa solo di 1 grado. Giulia viene così accompagnata in ospedale dalla mamma dove viene visitata nella tarda serata e ricoverata nel reparto di pediatria sempre per il problema della scarsa ossigenazione sanguigna.
Le viene da subito somministrato l’ossigeno e rimane attaccata al monitor per il controllo della saturazione tutta la notte; vengono inoltre programmati per l’indomani altri esami diagnostici per capire l’origine dei problemi. La febbre continua a non scendere e questo preoccupa medici e genitori, visto anche che un’alta temperatura corporea è un fattore di rischio per il presentarsi di attacchi epilettici. Nuovamente viene fatto un tampone a Giulia per il Covid19, perché i medici continuano a sospettare che abbia il virus. Anche questa volta, per fortuna, il tampone darà esito negativo.
Nella giornata di lunedì 7 febbraio a Giulia vengono fatti un’ecografia ai polmoni ed ai bronchi e analisi del sangue. La febbre scende progressivamente, anche senza Tachipirina. Viene iniziata una cura antibiotica e le viene fatto un trattamento di un farmaco cortisonico sotto forma di spray da ripetere a intervalli regolari. A Giulia viene somministrato ancora l’ossigeno per via nasale per tutto il giorno e per l’intera notte.
Martedì mattina le viene finalmente tolto l’ossigeno e viene fatto il prelievo dell’urina per l’urinocoltura. Vengono continuate le cure farmacologiche del giorno precedente. Se in questa giornata non si presenterà febbre e l’ossigenazione del sangue sarà buona, i medici ipotizzano di dimettere Giulia e la mamma, già dal giorno successivo.
Mercoledì 9 febbraio Giulia sta bene, non ha avuto febbre da più di un giorno e la sua ossigenazione è molto buona, quindi lei e la mamma possono finalmente tornare a casa dal babbo e da A. che le aspettano con impazienza. La bambina continua per i giorni successivi la cura antibiotica e cortisonica per contrastare l’inizio di infezione al polmone destro dovuta al Bocavirus che si era manifestata con l’ecografia di lunedì.
Venerdì 11 febbraio Giulia viene sottoposta a un’ulteriore visita pediatrica: le sue condizioni sono buone e in via di guarigione, ma viene consigliato ai genitori di tenere la bambina a casa almeno per altri 10 giorni.